Automobili importate dall’Italia o da un altro stato membro dell’Unione Europea

13 febbraio 2023
Il commercio di veicoli, per lo più di “seconda mano”, è particolarmente diffuso in Bulgaria e in Europa dell’Est. Uno dei paesi da cui più spesso vengono importati i veicoli è l’Italia.

Il presente articolo è dedicato e si concentra non tanto sui documenti necessari e sulla procedura per l’immatricolazione dei mezzi usati importati in Bulgaria quanto sui casi dalla nostra pratica riguardanti i problemi che possono impedire il libero godimento del veicolo legalmente acquisito.

L’immatricolazione dei veicoli importati dall’estero in Bulgaria va effettuata dalla Polizia Stradale presso la Direzione centrale e le Direzioni Regionali del Ministero dell’Interno ai sensi dell’art. 140 della Legge sulla circolazione stradale e del Decreto n. I-45/2000 del Ministro dell’Interno.

La legislazione bulgara prevede l’immatricolazione dei veicoli entro 14 giorni dall’acquisizione della proprietà. Competente è l’ufficio della Polizia Stradale dove si trova la residenza del nuovo proprietario nel caso si tratti di persona fisica o dove si trova la sede della società qualora si tratti di persona giuridica. Questo termine non si applica ai veicoli non immatricolati ed acquistati da una società ai fini della successiva rivendita.

I. Documenti necessari per l’immatricolazione in Bulgaria di un veicolo usato importato da uno stato membro dell’Unione Europea, dello Spazio Economico Europeo o della Confederazione Svizzera:
1. modulo di richiesta (generato dal sistema informativo del Ministero dell’Interno);
2. un documento di identità valido, per le società – atto costitutivo e codice identificativo BULSTAT;
3. il veicolo – per l’identificazione;
4. documento di acquisizione della proprietà con i dati identificativi del veicolo (contratto di compravendita, fattura, ecc.);
5. originale della precedente carta di circolazione;
6. documento attestante la revisione qualora sia ancora valido. In caso di assenza viene effettuata la revisione nel momento dell’immatricolazione;
7. documento attestante la copertura assicurativa RCA insieme a protocollo di contestazione bilaterale in caso di sinistro stradale;
8. documento doganale per l’importazione formale nel territorio dell’Unione Europea se il veicolo è importato dall’Islanda, dal Liechtenstein, dalla Norvegia o dalla Svizzera;
9. targhe se utilizzate per portare l’auto al punto di immatricolazione;
10. documento per il pagamento della tassa ECO per veicoli di categoria L2, L4, L5, L5e, M1 I N1;
11. autocertificazione di acquisizione della proprietà;
12. documento per il pagamento del canone statale;
13. procura notarile – quando la registrazione è richiesta da un delegato.

II. Possibili problemi e come evitarli o risolverli
A parte i parametri prettamente tecnici del veicolo usato che devono essere verificati, dal punto di vista legale, prima della compravendita si consiglia di ottenere informazioni sul numero di matricola dell’auto, di richiedere copia della carta di circolazione e l’originale fattura del primo acquisto.
La legge italiana non prevede la forma notarile per il contratto di compravendita degli autoveicoli. Lo stesso vale per la Bulgaria quando si tratta di veicoli nuovi o usati importati da uno stato membro dell’UE che non hanno una registrazione esistente presso la polizia stradale.

Per questo motivo i contratti di compravendita sono spesso nella più semplice forma scritta. Pertanto, prima della stipula del contratto è molto importante effettuare un’indagine dettagliata del veicolo per quanto possibile.

Nel caso di un precedente proprietario-venditore dall’Italia, insieme al contratto di vendita, al nuovo proprietario devono essere forniti i documenti relativi alla radiazione del veicolo in Italia con i quali si autorizza l’esportazione (la radiazione va effettuata dall’ACI).

Non sono pochi i casi in cui un veicolo proveniente dall’Italia ed acquistato con regolare contratto di compravendita viene sottoposto a sequestro da parte della polizia bulgara dopo averlo presentato per l’immatricolazione a causa di un segnale presente nel Sistema Informativo Schengen (SIS) o nel Sistema Informativo dell’Interpol. Ciò può essere dovuto a vari motivi: furto dell’auto, segnalazione o denuncia da parte del precedente proprietario al Ministero dell’Interno per motivi di vario genere che non è stata formalmente ritirata, segnalazioni di problemi legati all’utilizzo o al pagamento del veicolo, ecc.

Ecco perché uno dei primi controlli consigliati che ogni acquirente di un veicolo usato in Italia può fare è sul sito del Ministero dell’Interno (https://www.crimnet.dcpc.interno.gov.it/crimnet/ricerca- targhe-telai-rubati-smarriti) dove esiste un servizio online gratuito di verifica della targa. Sebbene queste informazioni non abbiano valore legale, sono un utile primo passaggio.

Qualora, nonostante la verifica con esito positivo nel sistema online gratuito del Ministero dell’Interno in Italia, il veicolo venisse lo stesso sequestrato durante la sua immatricolazione in Bulgaria è chiaramente necessaria un’indagine più approfondita. Essa di solito si esprime nello stabilire un contatto con il precedente proprietario se disposto a collaborare, nonché in un controllo presso le autorità di pubblica sicurezza competenti in Italia – Polizia o Carabinieri in merito alle informazioni sul veicolo in ciascuno dei sistemi unificati.

L’esperienza del nostro studio legale dimostra che le comunicazioni d’ufficio tra le autorità competenti di diversi Stati membri dell’UE sono difficili a causa di elementi relativi al periodo del precedente godimento dei veicoli mancanti e nonostante questa possibilità di comunicazione diretta tra le autorità i termini per la risoluzione dei problemi sono piuttosto lunghi e non sempre con esito positivo.
Pertanto, l’intervento di un legale in Italia può favorire ed accelerare la risoluzione del problema che impedisce il libero godimento del proprio veicolo.