Е-commerce in Italia

10 ottobre 2023

Vendita online di prodotti in Italia

La necessità di risparmiare tempo e la possibilità di comparare e trovare le offerte migliori, nonché la facilità con cui si effettuano gli acquisti e la gestione post-vendita hanno aumentato l’interesse per l’e-commerce. Sempre più aziende sono propense ad avere una vetrina online e la possibilità di raggiungere anche i consumatori esteri promuovendo i propri prodotti è sempre più allettante.

La vendita all’estero online però risulta complicata principalmente per 3 motivi: la regolamentazione del mercato, gli aspetti fiscali e la logistica.

Vendere online in Italia

Per capire se un’azienda estera diventa un soggetto con obblighi fiscali in Italia prima di tutto bisogna sapere se gli ordini effettuati dall’Italia sono occasionali oppure le vendite hanno un carattere continuativo.

In altre parole, ogni società estera che esercita la propria attività in modo continuativo in Italia senza la presenza di un ufficio di rappresentanza, una filiale, o una società controllata in Italia, deve appurare se tale attività può essere definita “Stabile Organizzazione” dal punto di vista fiscale con i relativi obblighi di pagamento delle tasse sui profitti in Italia. Ciò vale anche per gli esercizi esteri online ovvero per gli e-commerce esteri.

Se le vendite in Italia non dovessero essere riconducibili al concetto di Stabile Organizzazione, il venditore straniero potrebbe effettuare le operazioni di vendita senza necessità di una P.IVA italiana e senza obbligo di versare le tasse in Italia.

Stabile organizzazione e stabile organizzazione occulta attraverso l’e-commerce

Il concetto di “stabile organizzazione” (permanent establishment) deriva dalla necessità di contrastare la doppia imposizione e la normativa italiana lo definisce nell’art. 162 del TUIR e nell’ art.5 del Modello di Convenzione dell’OCSE come una sede fissa di affari in cui l’impresa esercita in tutto o in parte la sua attività. Se l’attività estera in Italia va esercitata in maniera non occasionale e vengono realizzati profitti derivanti dal paese allora si tratta di una stabile organizzazione.

La stabile organizzazione, pertanto, è caratterizzata da una presenza significativa e continuativa nel territorio dello Stato che può essere materiale ovvero fisica (ufficio/sede da dove si svolge l’attività), personale (si vi è un agente o un rappresentante che ha il potere di firmare contratti per conto dell’impresa) o immateriale (tutti i casi in cui vi è una significativa presenza in Italia ma in assenza di una sede fisica come nel caso delle attività online indirizzate a clienti in Italia).

L’e-commerce, dunque, potrebbe ricadere nel quadro della stabile organizzazione immateriale se i ricavi sono continuativi e di una certa dimensione, se l’attività estera si rivolge in maniera attiva e continuativa al mercato italiano tramite domain italiani e/o pagine e servizio di assistenza in lingua italiana, se la presenza economica dell’e-commerce potrebbe essere valutata come significativa e continuativa in base alle visite degli utenti ed il volume di traffico derivante dall’Italia. In questi casi anche se non residenti le imprese digitali estere hanno una “significativa e continuativa presenza economica nel territorio dello Stato” e pertanto, sono soggette a tassazione in Italia.

Alla luce della definizione e delle caratteristiche della stabile organizzazione si è di fronte a una stabile organizzazione occulta quando una società straniera ha una presenza fisica o economica significativa in un dato paese tale da renderla soggetta all’imposizione fiscale in quel paese, senza che questa sia dichiarata formalmente alle autorità fiscali locali.

Rappresentante fiscale, obblighi IVA e fatturazione

Al fine di identificarsi fiscalmente sul territorio la società estera potrebbe aver bisogno di ottenere un numero di identificazione fiscale italiano ovvero la Partita IVA.

Se l’e-commerce estero non ha una presenza stabile in Italia ma ha un importante presenza sul mercato l’ultimo dovrebbe nominare un rappresentante fiscale residente nel paese. Sarà obbligo del rappresentante fiscale a presentare le dichiarazioni IVA e a corrispondere le imposte dovute al fisco italiano.

In Italia, inoltre, la fatturazione elettronica è obbligatoria. Le società estere fiscalmente presenti in Italia devono prevedere la possibilità di emettere anche delle autofatture.

Un’altra novità da prendere in considerazione da parte delle attività digitali è il regime OSS (one stop shop) introdotto nell’ambito dell’Unione Europea a partire dal 1° luglio 2021. Questo regime è pensato per semplificare le procedure IVA per le vendite a distanza di beni e servizi a consumatori finali in altri Stati membri dell’UE. 

Adeguamento al GDPR e alle regole previste per la privacy

Gli e-commerce esteri che effettuano vendite in Italia devono adeguarsi al GDPR e alle regole previste per la privacy.

Il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) stabilisce regole uniformi per la protezione dei dati personali in tutti gli Stati membri dell’UE e le imprese che offrono beni o servizi ai cittadini dell’UE devono adeguarsi alle sue disposizioni.

Per garantire la piena conformità del sito di un e-commerce al GDPR e alle normative italiane sulla privacy è consigliabile consultare un esperto legale prima di avviare la materiale attività di vendita a distanza a consumatori o imprese italiane.